Riabilitazione per altri disturbi

DiZacharia Isaac, MD, Brigham and Women's Hospital
Revisionato/Rivisto nov 2023
Visualizzazione l’educazione dei pazienti
aggiornato di recente

    La riabilitazione mira a facilitare il recupero in seguito alla perdita di una funzione. (Vedi anche Panoramica sulla riabilitazione.)

    Artrite

    I pazienti con artrite possono beneficiare di attività ed esercizi per aumentare la mobilità articolare e la forza e di strategie volte a proteggere le articolazioni. Per esempio, ai pazienti si può consigliare

    • Di far scorrere una pentola di acqua bollente contenente pasta, piuttosto che portarla dal fornello al lavandino (per evitare il dolore e la tensione eccessiva alle articolazioni)

    • Entrare e uscire dalla vasca da bagno in sicurezza seguendo passaggi specifici

    • Di procurarsi un alzawater, una sedia per vasca da bagno, o entrambi (per ridurre il dolore e lo stress sulle articolazioni degli arti inferiori)

    • Di avvolgere i manici degli oggetti con gommapiuma, panni o nastro (p. es., coltelli, pentole e padelle) per attutire la presa

    • Utilizzare stecche per proteggere le articolazioni infiammate, instabili o dolorose

    • Utilizzare strumenti con manici più grandi, ed ergonomici

    Tale addestramento può verificarsi in regime ambulatoriale, in casa tramite un'agenzia di assistenza sanitaria a domicilio, o in uno studio privato.

    Cecità

    Ai pazienti che sono non vedenti viene insegnato a contare maggiormente sugli altri sensi, a sviluppare specifiche abilità e a usare strumenti specifici (p. es., braille, bastone, lettori vocali). La terapia mira a migliorare la funzionalità dei pazienti fino al loro massimo e a raggiungere l'indipendenza, per ristabilire la sicurezza psicologica e per aiutare i pazienti a gestire e a influenzare gli atteggiamenti delle altre persone. La terapia varia a seconda del modo in cui è stata persa la vista (improvvisamente o lentamente e progressivamente), dell'estensione della perdita del visus, dei bisogni funzionali del paziente e dei deficit concomitanti. Per esempio, i pazienti con neuropatia periferica e ridotta sensazione tattile delle dita possono presentare difficoltà nella lettura Braille. Molte persone non vedenti necessitano di una consulenza psicologica (spesso una terapia cognitivo-comportamentale) per riuscire ad affrontare meglio la loro condizione.

    Per muoversi, la terapia può implicare l'apprendimento all'uso del bastone; i bastoni usati dai ciechi di solito sono bianchi e più lunghi e sottili rispetto ai bastoni comuni. Ai soggetti che usano una sedia a rotelle si insegna a utilizzare un braccio per governare la sedia a rotelle e l'altro per usare un bastone. Ai soggetti che preferiscono usare un cane addestrato al posto di un bastone si insegna a gestire e a curare il cane. Quando cammina con una persona vedente, un non vedente può tenersi al gomito piegato del vedente, piuttosto che usare un ausilio per la deambulazione. Una persona cieca non deve essere guidata per mano perché questa azione potrebbe essere percepita come di dominazione e di controllo.

    Trauma cerebrale

    Il termine lesione cerebrale è spesso usato in modo interscambiabile con lesione cerebrale traumatica. Le alterazioni variano e possono comprendere debolezza muscolare, spasticità, incoordinazione e atassia; è frequente il disturbo cognitivo (p. es., perdita di memoria, perdita della capacità di risolvere i problemi, disturbi del linguaggio e disturbi visivi).

    Un intervento precoce da parte di specialisti della riabilitazione è indispensabile per il massimo recupero funzionale. Tale intervento comprende la prevenzione delle inabilità secondarie (p. es., lesioni da pressione, retrazioni articolari), la prevenzione della polmonite e l'educazione familiare. Gli specialisti della riabilitazione devono valutare i pazienti per stabilire i reperti fondamentali il prima possibile. Più tardi, prima di iniziare la terapia di riabilitazione, i pazienti devono essere rivalutati; questi reperti sono confrontati con i reperti basali per aiutare a stabilire il trattamento prioritario. I pazienti con grave disfunzione cognitiva richiedono una terapia cognitiva, che spesso è iniziata immediatamente dopo il trauma e continuata per mesi o anni.

    Dolore cronico

    Il dolore cronico da condizioni come la lombalgia è una delle cause più frequenti di invalidità cronica. Un fisiatra o uno specialista del trattamento del dolore in genere gestisce l'assistenza dei pazienti con dolore cronico, che è una condizione complessa che trae beneficio dall'uso di un modello biopsicosociale per guidare il trattamento. Pertanto, un programma di riabilitazione può comportare una combinazione dei seguenti:

    • Esercizi supervisionati per il tronco e il condizionamento posturale

    • Esercizi generali (in lezioni di fitness individuali o di gruppo)

    • Terapia manipolativa o manipolazione chiropratica

    • Massoterapia

    • Modalità fisiche

    • Agopuntura

    • Educazione alla neuroscienza del dolore

    • Terapie cognitive (p. es., terapia cognitivo-comportamentale, terapia di riprocessamento del dolore)

    • Meditazione mindfulness

    • Misure farmacologiche

    • Procedure di iniezione

    • Indirizzamento a un chirurgo quando appropriato

    Broncopneumopatia cronica ostruttiva

    I pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva possono beneficiare di esercizi per aumentare la resistenza e di strategie per semplificare le attività e quindi risparmiare energia. Le attività e gli esercizi che incoraggiano l'uso degli arti superiori e inferiori sono utilizzati per aumentare la capacità aerobica dei muscoli, che diminuisce il fabbisogno complessivo di ossigeno e facilita la respirazione. La supervisione dei pazienti mentre si impegnano in attività aiuta a motivarli e li fa sentire più sicuri. Queste istruzioni si possono avere in strutture sanitarie o a domicilio.

    Polineuropatia da malattia critica

    La polineuropatia da malattia critica può presentarsi come mancato svezzamento dalla ventilazione meccanica. Nell'insufficienza multiorgano secondaria a sepsi, la sindrome da risposta infiammatoria sistemica, presumibilmente causata da citochine e rilascio di radicali liberi, altera la microcircolazione dei nervi periferici, con conseguente polineuropatia dei nervi misti o motori. La degenerazione assonale non infiammatoria e la conseguente atrofia muscolare neurogena possono causare debolezza del diaframma, degli arti e dei muscoli facciali e paraspinali. Le fibre sensitive sono minimamente colpite. I livelli seriali di creatininchinasi e gli studi elettrodiagnostici seriali sono utili per monitorare il decorso della malattia in alcuni pazienti. Gli intervalli di tempo di ripresa vanno da 3 settimane a 6 mesi.

    La riabilitazione si concentra sulla prevenzione delle ulcere da pressione, delle retrazioni e delle neuropatie da compressione e sul ritorno alla funzione normale. Agli stadi appropriati del recupero, devono essere forniti esercizi di potenziamento, mobilità e riqualificazione delle attività della vita quotidiana, così come attrezzature ortopediche e adattative appropriate.

    Piede cadente

    La diagnosi differenziale del piede cadente comprende la neuropatia comune del nervo peroneo (fibulare), la polineuropatia periferica diffusa (p. es., causata dal diabete), la radicolopatia L4 e/o L5, il tumore, l'ictus, la sclerosi multipla, le lesioni del midollo spinale e altre cause. I pazienti possono presentarsi con debolezza dei dorsiflessori della caviglia, eversori della caviglia e/o estensori delle dita dei piedi, così come possibile andatura a schiaffo e steppante (flessione compensatoria dell'anca e del ginocchio).

    Il trattamento del piede cadente comprende il trattamento della causa sottostante quando è possibile; allenamento all'uso dell'ortesi per caviglia-piede; rafforzamento dei dorsiflessori della caviglia, degli evertori della caviglia e/o degli estensori delle dita dei piedi deboli; stretching dei flessori plantari della caviglia; e allenamento della deambulazione. La stimolazione elettrica funzionale è attualmente utilizzata in pazienti con sclerosi multipla per produrre stimolazione del nervo fibulare durante la fase di oscillazione dell'andatura, per aumentare l'altezza del piede durante il movimento di avanzamento del piede.

    Lesione del midollo spinale

    La specifica riabilitazione varia a seconda delle alterazioni del paziente, che dipendono dal livello e dal grado (parziale o completo) della lesione del midollo spinale (vedi Trauma spinale, in particolare vedi tabella Effetti della lesione midollare in base alla sede). La capacità funzionale del paziente dipende dal livello della lesione (vedi Panoramica dei disturbi del midollo spinale: sintomatologia) e dallo sviluppo delle complicanze (p. es., retrazioni articolari, ulcere da pressione, polmonite e incontinenza urinaria/fecale).

    L'area colpita deve essere immobilizzata chirurgicamente o non chirurgicamente appena possibile e durante la fase acuta. Durante la fase acuta, la gestione di routine della vita quotidiana deve comprendere misure per prevenire le retrazioni, le ulcere da pressione e la polmonite; devono anche essere prese tutte le misure necessarie per prevenire le altre complicanze (p. es., ipotensione ortostatica, atelettasia, trombosi venosa profonda, embolia polmonare). Posizionare i pazienti su un tavolo inclinabile e aumentare l'angolo gradualmente verso la posizione eretta può aiutare a ristabilire l'equilibrio emodinamico. Delle calze a compressione, un bendaggio elastico o una fascia addominale possono prevenire l'ipotensione ortostatica.

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