Disturbi autoimmuni durante la gravidanza

DiLara A. Friel, MD, PhD, University of Texas Health Medical School at Houston, McGovern Medical School
Revisionato/Rivisto ott 2021
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I disturbi autoimmuni, fra cui la malattia di Graves sono più comuni fra le donne, in particolare durante la gravidanza. Gli anticorpi anomali prodotti nelle patologie di tipo autoimmune possono attraversare la placenta e provocare problemi al feto. La gravidanza influenza le diverse patologie autoimmuni in modi differenti.

Sindrome da antifosfolipidi

La sindrome da antifosfolipidi è una sindrome che causa la formazione troppo facile o eccessiva di coaguli di sangue, con i seguenti rischi durante la gravidanza:

Per la diagnosi di sindrome da antifosfolipidi si segue il seguente iter:

  • Alla donna viene chiesto se abbia subito morti in utero o aborti inspiegati, parti prematuri o problemi di natura trombotica

  • Vengono eseguiti esami del sangue per rilevare anticorpi antifosfolipidi in almeno due occasioni separate

In base a queste informazioni, il medico può diagnosticare la sindrome da anticorpi antifosfolipidi.

La sindrome da antifosfolipidi di solito viene curata con anticoagulanti e aspirina a basso dosaggio durante la gravidanza e per le sei settimane successive al parto. Tale trattamento può prevenire la formazione di coaguli e lo sviluppo di complicanze durante la gravidanza.

Trombocitopenia immune (PTI)

Nella trombocitopenia immune gli anticorpi riducono il numero di piastrine (chiamate anche trombociti) presenti nel torrente ematico. Le piastrine sono particelle simili a cellule che favoriscono il processo di coagulazione. Un numero eccessivamente basso di piastrine (trombocitopenia) può determinare un sanguinamento eccessivo nelle donne in stato di gravidanza e nei loro figli.

Se non trattata durante la gravidanza, la trombocitopenia immune tende ad aggravarsi.

Gli anticorpi che provocano la patologia possono attraversare la placenta e colpire il feto, tuttavia è raro che influiscano sulla sua conta piastrinica.

Il feto può di norma essere partorito per via vaginale.

Trattamento della trombocitopenia immune

  • Corticosteroidi

  • Talvolta immunoglobuline, somministrate per via endovenosa

I corticosteroidi, in genere il prednisone somministrato per via orale, possono aumentare il numero (conta) delle piastrine e migliorare pertanto la coagulazione del sangue nelle donne in gravidanza affette da trombocitopenia immune. Tuttavia, il miglioramento è duraturo solo in circa la metà delle donne che ne sono affette. Inoltre, il prednisone aumenta il rischio che il feto non cresca secondo le previsioni o che nasca prematuro.

Le donne con una conta piastrinica notevolmente bassa possono assumere dosi elevate di immunoglobulina per via endovenosa subito dopo il parto. Le immunoglobuline (anticorpi ottenuti dal sangue di soggetti con un sistema immunitario normale) aumentano temporaneamente la conta piastrinica e migliorano la coagulazione del sangue. Di conseguenza, il travaglio può proseguire in sicurezza e le donne possono avere un parto per via vaginale senza il rischio di un sanguinamento incontrollato.

Le donne in gravidanza possono ricevere trasfusioni di piastrine solo se la conta delle piastrine è talmente bassa da indurre il rischio di una grave emorragia o talvolta quando è necessario un parto cesareo.

Di rado, quando la conta piastrinica permane pericolosamente bassa nonostante il trattamento, si ricorre all’asportazione della milza, che normalmente intrappola e distrugge le piastrine e le cellule ematiche vecchie. Il momento migliore per effettuare tale intervento è il secondo trimestre.

Miastenia gravis

La miastenia gravis provoca debolezza muscolare. I suoi effetti durante la gravidanza variano. Le donne in gravidanza possono presentare più episodi di debolezza. Pertanto, possono dover assumere dosi maggiori dei farmaci (come la neostigmina) utilizzati per trattare il disturbo. Questi farmaci possono avere effetti indesiderati come dolore addominale, diarrea, vomito e aumento della debolezza. Se questi farmaci non sono efficaci, le donne possono ricevere corticosteroidi o farmaci che sopprimono il sistema immunitario (immunosoppressori).

Alcuni farmaci comunemente utilizzati durante la gravidanza, come il magnesio, possono peggiorare la debolezza causata da miastenia gravis. Quindi le donne con tale patologia devono accertarsi che il loro medico ne sia informato.

Molto raramente, nel corso del travaglio, le donne affette da tale patologia possono aver bisogno di un sostegno respiratorio (ventilazione assistita).

Gli anticorpi che provocano la patologia possono attraversare la placenta. Circa un quinto dei bambini partoriti da donne con miastenia gravis nasce con questa malattia. Tuttavia, la debolezza muscolare del bambino è di solito temporanea, dato che questi anticorpi, provenienti dalla madre, scompaiono gradualmente senza che il bambino ne produca di nuovi.

Artrite reumatoide

L’artrite reumatoide può svilupparsi durante la gravidanza o, anche più spesso, subito dopo il parto. Se è presente prima della gravidanza, potrebbe placarsi temporaneamente durante la gravidanza.

Se l’artrite ha danneggiato l’articolazione dell’anca o la parte bassa (lombare) della colonna vertebrale il parto può risultare difficoltoso per la donna, ma la malattia non colpisce il feto. I sintomi dell’artrite reumatoide possono diminuire nel corso della gravidanza, ma di solito ritornano al loro livello originale dopo il parto.

Le eventuali acutizzazioni durante la gestazione vengono trattate con prednisone (un corticosteroide). Se il prednisone non ha effetto, si può utilizzare un farmaco che sopprime il sistema immunitario (immunosoppressore).

Lupus eritematoso sistemico (lupus)

Il lupus si può manifestare per la prima volta, peggiorare o migliorare durante la gravidanza. Il modo in cui la gravidanza influenzerà il decorso del lupus non può essere previsto, ma il periodo tipico della riacutizzazione è subito dopo il parto.

Le donne che sviluppano il lupus spesso presentano un’anamnesi di poliabortività, feti che non crescono quanto previsto (piccoli per l’età gestazionale) e parto pretermine. Se le donne presentano le complicanze causate dal lupus (danno renale o ipertensione arteriosa), il rischio di morte per il feto, il neonato e la madre aumentano.

I problemi correlati al lupus si riducono se:

  • La donna attende che la malattia sia rimasta inattiva per sei mesi prima di avere una gravidanza.

  • Il regime farmacologico è stato adattato in modo da controllare il lupus al meglio possibile.

  • La pressione sanguigna e la funzione renale sono normali.

Nelle donne in stato di gravidanza, gli anticorpi lupici possono attraversare la placenta e interessare il feto. Di conseguenza, il feto può presentare una frequenza del battito cardiaco molto lenta, anemia, basso numero di piastrine o basso numero di globuli bianchi. Tuttavia, questi anticorpi scompaiono gradualmente nel giro di diverse settimane dopo la nascita, e i problemi da essi provocati si risolvono a eccezione della bassa frequenza cardiaca.

Le donne affette da lupus che assumevano idrossiclorochina prima della gravidanza possono continuare a prenderla. In caso di riacutizzazioni, potrebbe essere necessario assumere una piccola dose di prednisone (un corticosteroide) orale, un altro corticosteroide come metilprednisone per via endovenosa o un farmaco che sopprime il sistema immunitario (immunosoppressore) come l’azatioprina.