Infezione renale

(Pielonefrite)

DiTalha H. Imam, MD, University of Riverside School of Medicine
Revisionato/Rivisto dic 2022
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I fatti in Breve

La pielonefrite è un’infezione batterica di uno o entrambi i reni.

  • L’infezione può arrivare fino alle vie urinarie per proseguire ai reni oppure raramente i reni possono infettarsi a causa della presenza di batteri nel flusso sanguigno.

  • Possono insorgere brividi, febbre, mal di schiena, nausea e vomito.

  • Se vi è il sospetto di pielonefrite, vengono effettuati esami delle urine e talvolta del sangue e di diagnostica per immagini.

  • L’infezione è trattata con gli antibiotici.

(Vedere anche Panoramica sulle infezioni delle vie urinarie [IVU])

Cause dell’infezione renale

La pielonefrite è più comune nelle donne che negli uomini. Escherichia coli, un tipo di batterio che si trova normalmente nell’intestino crasso, causa il 90% circa di casi di pielonefrite fra i soggetti non ricoverati o che vivono in una casa di cura. Le infezioni risalgono, solitamente, dall’area genitale, attraverso l’uretra, alla vescica, fino agli ureteri e ai reni. In un soggetto con vie urinarie sane, generalmente, la risalita dell’infezione dagli ureteri al rene viene evitata dal flusso di urina che allontana i microrganismi e dalla chiusura degli ureteri nel punto d’ingresso in vescica. Tuttavia, qualsiasi tipo di blocco fisico (ostruzione) del flusso urinario, come un’anomalia strutturale, un calcolo renale, la prostata ingrossata o il reflusso vescico-ureterale, aumenta la probabilità di pielonefrite.

Il rischio di pielonefrite aumenta durante la gravidanza. In tale condizione, l’utero dilatato comprime l’uretere, ostruendo in parte il normale flusso urinario. Inoltre, la gravidanza aumenta il rischio di reflusso ureterale, causando dilatazione ureterale e riducendo le contrazioni muscolari che spingono l’urina lungo gli ureteri fino alla vescica. Occasionalmente un catetere che rimane in vescica può causare pielonefrite consentendo ai batteri di entrare o rimanere in vescica.

Nel 5% circa dei casi, è possibile che le infezioni raggiungano il rene da un’altra parte dell’organismo attraverso il flusso sanguigno. Ad esempio, un’infezione cutanea da stafilococco può diffondersi ai reni attraverso il circolo ematico.

Il rischio e la gravità della pielonefrite aumentano nei soggetti con diabete o con un sistema immunitario compromesso (che riduce la capacità dell’organismo di combattere l’infezione). La pielonefrite è generalmente causata da batteri, ma raramente è causata da tubercolosi (una rara pielonefrite di origine batterica), infezioni micotiche e virus.

Alcune persone sviluppano un’infezione di lunga durata (pielonefrite cronica). Quasi tutti i soggetti affetti da pielonefrite cronica hanno gravi anomalie di base, come un’ostruzione delle vie urinarie, una grave calcolosi renale cronica o, nella maggior parte dei casi, un reflusso vescico-ureterale (presente soprattutto nei bambini piccoli). La pielonefrite cronica può causare il rilascio dei batteri nel sangue, talvolta scatenando infezioni nel rene opposto o in altre parti del corpo. Raramente, una pielonefrite cronica porta a un danno renale grave.

Sintomi dell’infezione renale

I sintomi della pielonefrite spesso iniziano improvvisamente con brividi, febbre, dolore in sede lombare a entrambi i lati, nausea e vomito.

Inoltre, circa un terzo dei soggetti con pielonefrite presenta sintomi di cistite (infezione della vescica), come frequenza minzionale e dolore alla minzione. Uno o entrambi i reni possono essere aumentati di volume e dolenti alla pressione, con dolorabilità avvertita sul lato della schiena colpito. A volte i muscoli dell’addome sono fortemente contratti. L’irritazione dovuta all’infezione o al passaggio di un eventuale calcolo renale può causare contrazioni degli ureteri. Se gli ureteri si contraggono, possono verificarsi momenti d’intenso dolore (colica renale). Nei bambini, i sintomi di un’infezione renale sono spesso lievi e più difficili da riconoscere. Negli anziani, la pielonefrite potrebbe essere asintomatica e non mostrare alcun problema alle vie urinarie. Gli anziani, invece, possono essere colpiti da un deficit della funzione mentale (delirio o confusione), febbre o un’infezione del flusso sanguigno (sepsi).

Nella pielonefrite cronica, il dolore può essere vago e la febbre può essere intermittente o non comparire affatto.

Diagnosi di infezione renale

  • Analisi delle urine

  • Urinocoltura

  • A volte esami di diagnostica per immagini

Sono i sintomi tipici della pielonefrite a portare il medico a prescrivere due comuni esami di laboratorio per stabilire se è presente un’infezione renale: (1) l’esame microscopico di un campione urinario per il conteggio dei globuli rossi e bianchi e dei batteri e (2) un’urinocoltura, in cui i batteri prelevati da un campione di urina vengono coltivati in laboratorio per identificare il numero e il tipo di batteri (vedere anche Analisi delle urine e urinocoltura). Potrebbero essere eseguiti esami del sangue per controllare la presenza di livelli elevati di globuli bianchi (indicazione di infezione), batteri nel sangue o danno renale.

Gli esami di diagnostica per immagini vengono eseguiti nei soggetti con intenso dolore alla schiena tipico della colica renale, nei soggetti che non rispondono al trattamento antibiotico entro 72 ore, nei soggetti in cui i sintomi si ripresentano subito dopo il termine del trattamento antibiotico, nei soggetti con pielonefrite di lunga durata o ricorrente, nei soggetti in cui i risultati dell’esame del sangue indicano danno renale e negli uomini (che solo molto raramente sviluppano pielonefrite). L’ecografia o la tomografia computerizzata (TC) elicoidale (spirale) eseguite in queste situazioni possono mostrare la presenza di calcoli renali, anomalie strutturali o altre cause di ostruzione urinaria.

Esame di laboratorio

Prognosi delle infezioni renali

La maggior parte delle persone si riprende completamente. Un ritardo nel recupero e la possibilità di complicanze sono più probabili se il soggetto necessita di essere ricoverato, se l’organismo infettivo è resistente agli antibiotici ad ampio spettro o se la persona ha un disturbo che indebolisce il sistema immunitario (come alcuni tumori, diabete mellito o AIDS) o un calcolo renale.

Prevenzione e trattamento dell’infezione renale

  • Antibiotici

  • A volte intervento chirurgico (per correggere anomalie delle vie urinarie)

La terapia antibiotica viene iniziata non appena il medico sospetta una pielonefrite e dopo aver prelevato campioni da sottoporre agli esami di laboratorio. Il farmaco scelto e la posologia possono essere modificati in base ai risultati degli esami di laboratorio (compresi i risultati degli esami colturali), alla gravità dello stato del paziente, alla suscettibilità agli antibiotici comuni (e a quali antibiotici) dei batteri diffusi nella comunità e all’eventuale esordio dell’infezione in ospedale, dove i batteri tendono a essere più resistenti agli antibiotici. Altri fattori che possono alterare la scelta o il dosaggio del farmaco includono l’eventuale compromissione del sistema immunitario del soggetto e la presenza di anomalie delle vie urinarie (come un’ostruzione).

Il trattamento ambulatoriale con antibiotici somministrati per via orale funziona se il soggetto non presenta:

  • Nausea o vomito

  • Segni di disidratazione

  • Altri disturbi che indeboliscono il sistema immunitario, come alcuni tipi di cancro, il diabete mellito o l’AIDS

  • Segni di infezioni molto rare, come ipotensione o stato confusionale

  • Dolore tenuto sotto controllo con farmaci orali

Altrimenti, all’inizio, il soggetto viene trattato in ospedale. Qualora fosse necessario il ricovero ospedaliero e il soggetto avesse bisogno di assumere antibiotici, questi vengono somministrati per via endovenosa per 1 o 2 giorni, generalmente per via orale.

Il trattamento antibiotico per la pielonefrite viene somministrato per 5-14 giorni in modo che l’infezione non si ripresenti. La terapia antibiotica, tuttavia, può continuare per al massimo 6 settimane negli uomini in cui l’infezione è causata da prostatite, più difficile da eradicare. In genere, si esegue un esame finale delle urine subito dopo il completamento della terapia antibiotica, per assicurarsi di avere eliminato l’infezione.

Solo occasionalmente è necessario ricorrere alla chirurgia se dagli esami risulta che è presente qualcosa che blocca in maniera cronica le vie urinarie, come un’anomalia strutturale o un calcolo particolarmente grande. Nelle persone con pielonefrite cronica in procinto di sottoporsi a trapianto renale può rendersi necessaria la rimozione del rene infetto. La diffusione dell’infezione al rene trapiantato è particolarmente rischiosa se il soggetto assume farmaci immunosoppressori per prevenire il rigetto dell’organo trapiantato, che indeboliscono anche la capacità dell’organismo di combattere le infezioni.

In caso di pielonefriti frequenti o di recidive dopo sospensione della terapia antibiotica, si raccomanda di assumere ogni giorno una piccola dose di antibiotici a lungo termine. La durata ideale di questa terapia non è nota. Se l’infezione ricompare, è possibile che la terapia preventiva debba essere assunta per un tempo indefinito. Se una donna in età fertile sta assumendo un antibiotico, deve evitare la gravidanza oppure, qualora resti incinta, chiedere al medico se può utilizzare un antibiotico sicuro per la gravidanza.